PER APPUNTAMENTO: +39 345 8332300
OPPURE +39 0429 783000
Open/Close Menu Medico Neochirurgo medicina manuale

Ancora c’è chi dubita o addirittura teme questa nuova frontiera della medicina anche se i dati parlano chiaro. Sono sempre più numerosi gli ospedali che hanno deciso di provare l’ozono sui malati con coronavirus.

L’idea dell’utilizzo dell’ozonoterapia sui pazienti affetti da Covid-19 arriva dal professor Marianno Franzini, presidente internazionale della Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia (SIOOT) e medico nella zona più colpita, Bergamo.

Molti si domanderanno di cosa di tratti e per questo abbiamo raggiunto telefonicamente il professore affinché spiegasse alcuni dettagli della terapia.

Negli ultimi giorni si sente parlare molto di questa alternativa. In cosa consiste il trattamento con Ossigeno Ozono sui pazienti affetti da Covid-19?

La terapia si effettua iniettando una miscela di ossigeno-ozono con vari metodi di somministrazione: intramuscolo o sottocutanea. Nel caso del Covid-19 la miscela viene iniettata tramite la cosiddetta grande autoemoinfusione: vengono prelevati 100-150 ml di sangue a cui sono aggiunti 100-150 ml di ossigeno-ozono nell’apposita sacca SANO3, certificata dal Ministero della Salute. Il sangue è poi reiniettato per la stessa via al paziente. Per chi volesse vedere come funziona questo tipo di somministrazione può vederlo sul canale o sito OzonoTV.

Sono sempre più numerosi gli ospedali che praticano l’ozonoterapia. Dove siete più presenti sul territorio?

Abbiamo già iniziato con l’ozonoterapia in quindici ospedali del Nord e piano piano stiamo coprendo l’Italia con un numero sempre crescente di strutture sanitarie che hanno deciso di aderire. Inizieremo a Palermo, Roma e anche in Puglia.
Ozonoterapia e Covid-19, Franzini: “Risultati senza controindicazioni”

Avete già iniziato il trattamento con ozono su pazienti con Covid-19. Quali sono i primi risultati ottenuti?

Sul nostro sito abbiamo già pubblicato un primo rapporto e giovedì i dati saranno aggiornati con un nuovo step che coinvolge un range di pazienti più ampio. I risultati sono sempre più convincenti.

Dopo un trattamento di cinque giorni su undici pazienti, in condizioni gravi e gravissime, trattati con ozono, dei cinque intubati uno è migliorato al punto tale da essere estubato e anche gli altri hanno avuto dei miglioramenti significativi. Il paziente con le condizioni meno gravi, dopo poche sedute di ossigeno ozono terapia è guarito ed è tornato a casa.

Quello che vorrei sottolineare è che i medici che praticano ozonoterapia, oltre alla loro normale professione in ospedale, attuano anche le nostre procedure da soli. In queste modalità non riescono a farne più di tre o quattro al giorno. Faccio un appello alle direzioni: o che lascino più tempo ai medici per le terapie o che al dottore sia affiancata un’infermiera per ridurre i tempi.

Se i risultati sono promettenti, perché la terapia è ancora poco diffusa? Semplice ignoranza o ci potrebbero essere di mezzo degli interessi privati?

Entrambe le cose, non nego né l’una, né l’altra. Se i costi sono a zero e non ci sono controindicazioni perché non provare l’ozonoterapia? Vengono usati farmaci con pesanti controindicazioni, l’ozono non va a togliere il farmaco, non va a togliere nulla, anzi potenzia le funzionalità del farmaco.
Misure restrittive: “Con trattamento di ozono a domicilio, il virus sarebbe più controllabile”

In una precedente intervista aveva definito il SARS-CoV-2 un virus non particolarmente aggressivo. Cosa ne pensa delle misure restrittive adottate?

Per le misure restrittive, non avendo una cura stiamo giocando in difesa. Siamo in trincea, aspettiamo che muoia il virus per non morire noi. Quindi stiamo a casa.

Le do una news. Se riuscissimo a trattare i pazienti che sono a casa alla prima avvisaglia di sintomi o di diagnosi positiva, avremmo ottimi risultati perché sono i pazienti che reagiscono meglio all’ozonoterapia. Questo perché l’ozono aggredisce facilmente il virus che non è così potente o aggressivo inizialmente. Se però lasciamo questi pazienti con una blanda cura per una settimana o dieci giorni, il virus va avanti e comincia a prendere i polmoni, il sistema circolatorio e più avanti si va e più è difficile curare il paziente.

Quindi, secondo il mio modesto parere, cambierei la strategia nei confronti dei pazienti con Covid-19. È vero che di cure vere non ne abbiamo ma se invece di aspettarli in ospedale provassimo a trattarli a casa con ozonoterapia, con un servizio domiciliare, la malattia sarebbe più controllabile e meno grave. Inoltre gli ospedali non sarebbero intasati e potrebbero riprendere le loro normale attività per pazienti NO COVID.

di Denise Baldi 7 Aprile 2020 – tratto da oltre.tv

CategoryCOVID-19