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Doctor Coman

L’Italia ha rinunciato a curare i malati di Covid a casa. E dopo oltre un anno la medicina di territorio è assente (a parte poche eroiche eccezioni).
Ma direi di più non si è per nulla lavorato pensando di rinforzare la resilienza della popolazione, ovvero rinforzare le naturali difese immunitarie della popolazione.
Un anno è passato invano e la medicina di territorio è ancora un’incompiuta.
Curare a casa vuol dire andare a casa dei malati che invano aspettano il medico di famiglia che non verrà, e spesso non risponde nemmeno al telefono, curare a casa significa curare subito con i farmaci che ci sono e che sono clinicamente efficaci e no quella assurda “vigile attesa” che è stata per molti l’anticamera della morte.

Curare presto e curare a casa sono i comandamenti traditi della lotta italiana alla pandemia. E adesso pensate davvero che il vaccino sia il colpo di spugna su questa immane rinuncia politica e sanitaria?
Quando avremo immunizzato tutti gli immunizzabili, il Covid sarà scomparso? O piuttosto si dovrà convivere con le sue numerose varianti?
Perché questo è il punto. La rinuncia a curare a casa ha ingolfato gli ospedali ha messo in coda i malati di tumore e i cardiopatici, ha fatto saltare interventi chirurgici, visite ed esami diagnostici, ha ingolfato le liste d’attesa, scoraggiando il ricorso alle cure.
Ha trasformato una malattia curabile in una distruzione del paese da un punto di vista sanitario, economico e psicologico.
Dopo i morti da virus potremmo contare i morti della cura al virus.

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